Amici anche no: Capire la friendzone
di Luca Manzi e Marco Innamorati
Genere: Manuali
Trama:
Cos’è la friendzone? Come dice la parola, è una zona. O meglio, una prigione. Ci finisci quando la persona di cui sei innamorato, invece di corrisponderti, ti dice, o peggio ancora ti fa capire: “E’ meglio se rimaniamo amici”. E tu accetti questo ripiego, magari diventando anche il suo (o la sua) confidente. Ecco, ti ha friendzonato. Si tratta di una situazione tanto diffusa quanto dolorosa. Come si fa a evitarla? E come uscirne, se ci si è caduti? L’originale libro di autoaiuto scritto da Manzi e Innamorati ci spiega come funziona questa prigione sentimentale, individuando le diverse tipologie di friendzonatori, il loro profilo psicologico, i trucchi più o meno consapevoli che usano per attirarci nella Zona, fornendo infine utili consigli pratici. Al di là della sua concretezza, però, è anche uno scanzonato trattato di psicologia dei rapporti amorosi, un piccolo e ironico vademecum che, muovendo dai disagi della friendzone, inquadra le più comuni difficoltà relazionali dei nostri tempi, mette a fuoco il nostro narcisismo – sia di carnefici sia di vittime – e ci aiuta a costruire relazioni significative e a mantenere vivi i rapporti che abbiamo.
Recensione:
Ho scelto di leggere questo libro animata dalla curiosità di trovare spiegazioni e chiarimenti in merito ad una delle dinamiche interpersonali che caratterizzano i giorni nostri, la cosiddetta “friendzone” e con ciò ho già confessato di aver fatto parte del numero dei “friendzonati”. Fatta questa premessa, non posso che esprimere la mia personale gratitudine agli autori per aver saputo sviscerare con grande competenza cause, effetti e possibili vie di fuga da una situazione afflittiva, e quindi sgradevole di per sé, con una sagacia ed un’ironia che hanno reso la lettura non solo appetibile, bensì a tratti decisamente divertente. Ho trovato geniale l’idea di etichettare dei soggetti portatori di energia negativa con appellativi deliziosi quali “lo Shopper Collezionista” piuttosto che “la Piccola Fiammiferaia”, forme letterarie graziose che da un lato contribuiscono ad alleggerire la trattazione e dall’altro assottigliano lo spessore di questi personaggi, rendendo più agevole il compito di confrontarsi con loro. Parimenti, sono rimasta impressionata dalla scoperta di quel demone interiore che è il potenziale “auto-friendzonatore”, ovvero quell’energia che impedisce al soggetto di mettersi in gioco per paura di perdere. “Perdere” è una parola dal suono terribile nel tempo presente, un tempo in cui la velocità di raggiungimento degli obiettivi e l’abbondanza di contatti sembrano aver preso il sopravvento sulla qualità dei rapporti umani, sulla profondità e sui contenuti delle relazioni. Altamente preferibili appaiono frasi ed atteggiamenti illusori e procrastinatori somministrati in una rapida sequenza di “On” e successivo “Off”, con irrimediabile intervento della modalità “Standby”.
Se vero è che la fretta è nemica della precisione, dopo aver letto questo libro mi sento di sostenere che la superficialità è nemica della crescita interiore, un percorso che dovrebbe rappresentare il senso dell’esistenza, ma che cozza frontalmente con i modelli proposti dall’era digitale, in cui il numero di “like” collezionati sui social risulta più pregnante rispetto al livello di autostima costruito sulla base delle personali evoluzioni e di un continuo lavoro di revisione di se stessi. L’esperienza dell’accoglienza non può essere apprezzata se non a fronte dell’esperienza del rifiuto, ma il rifiutato dei giorni nostri è un reietto, una creatura disprezzata da un sistema che pratica sistematicamente il mobbing in tutte le situazioni esistenziali. Ecco il motivo per il quale risulta giustificata l’edificazione delle “friendzone”, enormi aree di parcheggio affettivo che hanno il pregio di evitare l’accoglienza all’interno di sé di un sentimento esclusivo ed oblativo come l’Amore, la dichiarazione del sentimento stesso e le conseguenze di tale coraggioso atto: l’impegno e la dedizione, ovvero la non superficialità, in caso di corresponsione oppure lo smarrimento e la potenziale perdita di un “like” in caso di rifiuto. La difficoltà di espressione in un mondo dove gli emoticons competono con l’uso della parola e la mancanza di chiarezza che discende dal poco tempo riservato alla riflessione fanno il resto.
C’è di che intristirsi? Ma anche no! Come ogni area di parcheggio, anche la “friendzone” ha la sua via d’uscita, per individuarla è sufficiente seguire le indicazioni fornite dalla consapevolezza che ogni essere vivente possiede. Questo manuale è una simpatica carta geografica, o, se preferite, una sorta di navigatore satellitare che pilota verso il riconoscimento di se stessi, delle proprie reali intenzioni e delle azioni da intraprendere o da evitare per sfuggire ad una situazione di stallo emotivo. Una volta usciti dal parcheggio, la strada si trova, ci si mette in movimento e si raggiunge la meta desiderata, qualunque essa sia.
Lettura consigliatissima a tutti coloro, “friendzonati” e non, che apprezzano l’umana intelligenza e l’uso spiritoso ed arguto di quel bene prezioso che è la parola scritta.
(Angelarosa Weiler)