Ricerche e scoperte: che cosa aspettarsi dalla scienza nel 2020

Ricerche e scoperte: che cosa aspettarsi dalla scienza nel 2020

Invasioni marziane, campioni di asteroidi, nuove foto di buchi neri e – si spera – una svolta sul clima: ciò che la scienza ci riserva per il 2020

Dal punto di vista della scienza, il 2020 si preannuncia importante su molti fronti: abbiamo raccolto una selezione di appuntamenti in agenda e di ricerche e progetti che vedranno nell’anno nuovo una svolta o una conclusione.

CI VEDIAMO SU MARTE. Nel 2020 la quiete marziana sarà interrotta dall’arrivo di una delegazione internazionale di rover pronti ad esplorare il Pianeta Rosso. A luglio la NASA lancerà Mars 2020, l’erede di Curiosity che (aiutato da un elicottero-drone) cercherà tracce di vita microbica e della passata abitabilità di Marte, oltre a testare alcune tecnologie per il futuro delle missioni umane nello Spazio profondo.
Su Marte dovrebbe approdare anche il rover marziano europeo Rosalind Franklin di ExoMars 2020, sempre che i recenti problemi riscontrati nei test dei paracadute che dovrebbero frenarne la discesa siano risolvibili. A luglio o agosto dovrebbe partire alla volta di Marte anche il primo lander cinese destinato al Pianeta Rosso, Huoxing-1, che libererà un piccolo rover sulla superficie. E a chiudere la combriccola ci sarà Hope, un orbiter degli Emirati Arabi Uniti che sarà lanciato dal Giappone nell’estate 2020 e che dovrebbe raggiungere Marte nove mesi più tardi.

ROCCE EXTRATERRESTRI. Nel 2020 faremo incetta di campioni rocciosi di altri corpi celesti. La Cina invierà sulla Luna la missione Chang’e-5, la prima a riportare sulla Terra campioni lunari dopo oltre quattro decenni (l’ultima fu la sonda sovietica Luna 24, nel 1976). La nave giapponese Hayabusa 2 è già in viaggio verso casa con a bordo i campioni dell’asteroide Ryugu, mentre la sonda della NASA OSIRIS-REx dovrebbe, nella seconda metà dell’anno, prelevare campioni di roccia dall’asteroide Bennu.

IL GIGANTE DENTRO CASA. Se l’evento scientifico che più ricorderemo del 2019 è stato senza ombra di dubbio la prima immagine dell'”ombra” di un buco nero, quello fotografato nella galassia M87 non è stato che un assaggio delle potenzialità della collaborazione dell’Event Horizon Telescope. Per il 2020 sono attesi nuovi risultati, questa volta su Sagittarius A*, il mostro che si nasconde al centro della Via Lattea.

LA CACCIA AI FONDAMENTALI. A maggio 2020, il CERN fresco della conferma di Fabiola Gianotti come direttrice dovrebbe svelare un piano strategico per il suo futuro: occorrerà assicurarsi i finanziamenti per la costruzione di un mega acceleratore, il Future Circular Collider, 4 volte più grande del Large Hadron Collider e fino a sei volte più potente. Dal Fermi National Accelerator Laboratory degli Stati Uniti si attendono i risultati della misurazione del comportamento dei muoni (la versione massiccia degli elettroni) in un campo magnetico. Eventuali anomalie potrebbero rivelare la presenza di particelle elementari finora ignote.

CLIMA E BIODIVERSITÀ. Il 2020 sarà un anno cruciale per il futuro del Pianeta, e quello in cui i nodi fondamentali rimandati durante la COP25 di Madrid verranno al pettine. La COP26, il prossimo vertice delle Nazioni Unite sul clima, si terrà dal 9 novembre nella città di Glasgow (in Scozia): prima di allora, i Paesi firmatari degli Accordi di Parigi dovranno rivedere al rialzo le promesse di tagli alle emissioni di CO2, per cercare di rimanere entro 2 °C al massimo (meglio 1,5 °C) di riscaldamento globale dall’era pre-industriale. Si capirà allora se gli obiettivi fissati dagli Accordi di Parigi – che appaiono già da tempo fuori portata – saranno presi sul serio o definitivamente abbandonati.
L’agenda climatica sarà parte determinante della campagna elettorale americana: le prossime elezioni USA sono fissate per il 3 novembre 2020, e quegli stessi giorni potrebbero segnare l’uscita definitiva degli Stati Uniti dal Trattato sul clima di Parigi. Per il 2020 è prevista finalmente anche la regolazione legislativa delle attività minerarie sui fondali marini da parte della International Seabed Authority: da tempo gli esperti avvertono che questo settore economico è destinato a pesanti ripercussioni sugli ecosistemi oceanici.
A ottobre 2020 la Cina ospiterà il vertice delle Nazioni Unite sulla biodiversità, con l’obiettivo di rallentare l’emorragia di specie a cui stiamo assistendo. Tra i provvedimenti in discussione ci sarà l’estensione della superficie di Terra da considerare area protetta, dal 15% attuale al 30%.

LOTTA ALLE EPIDEMIE. Il 2020 potrebbe regalare grandi progressi nella lotta alle infezioni trasmesse dalle zanzare. In Indonesia un importante test contro la diffusione di malattie da vettore raggiungerà la fase finale. Zanzare portatrici di batteri che inibiscono la replicazione dei virus che causano dengue, chikungunya e Zika sono infatti state rilasciate in libertà. Un vaccino che può conferire una protezione completa contro la malaria sarà testato per la prima volta in condizioni reali nel 2020 su 2.100 abitanti dell’isola africana di Bioko, al largo della costa della Guinea Equatoriale. Il vaccino, che incorpora interi plasmodi (e non solo alcune proteine) al suo interno, offre la più efficace immunizzazione mai ottenuta contro l’infezione.
Sempre nel 2020 l’OMS spera di dichiarare debellata la tripanosomiasi africana umana o malattia del sonno, una parassitosi trasmessa dal morso della mosca tse-tse. Nel 2020 l’epidemia di Ebola in Africa centrale potrebbe finalmente finire sotto controllo, mentre un nuovo vaccino contro la tubercolosi dovrebbe essere testato nei primi trial su larga scala.

INQUINANTI INVISIBILI. Il 2020 sarà l’anno in cui inizieremo a capire qualcosa di più sugli effetti delle microplastiche sul corpo umano, un tema sul quale si sa ancora pochissimo, nonostante la massiccia diffusione di questi frammenti nell’aria, nell’acqua e nei cibi: secondo quanto riportato dal New Scientist, 15 progetti di ricerca in corso in Olanda dovrebbero iniziare a diffondere i primi dati sulle conseguenze delle microplastiche sul sistema immunitario, sulla loro capacità di raggiungere gli organi interni e sul loro ruolo come vettori di patogeni.

ORGANI FAI DA TE. Sul fronte più sperimentale e controverso della medicina, grandi progressi si osserveranno nella ricerca su come “coltivare” organi da trapianto per l’uomo nel corpo di altri animali. Secondo quanto riportato da Nature, nel 2020 gli scienziati dell’Università di Tokyo dovrebbero far crescere tessuti ottenuti da staminali umane in embrioni di ratto e di topo, e quindi trapiantare questi embrioni ibridi in madri animali surrogate (un passaggio, quest’ultimo, soltanto di recente permesso dalla legge giapponese). L’obiettivo delle ricerche su questi ibridi uomo-animale che suscitano grandi dibattiti sul piano etico è aumentare la disponibilità di organi da trapianto.
Nel 2020 sentiremo probabilmente parlare anche di due farmaci che contrastano in modo diverso l’invecchiamento, che a breve raggiungeranno l’ultima fase dei trial clinici. Uno di questi prende di mira le cellule senescenti collegate, non è ancora chiaro come, a malattie come l’Alzheimer e l’artrite; un altro imita gli effetti sull’organismo delle trasfusioni di sangue giovane, che hanno dato risultati alterni sui modelli animali.

TUTTO RIFATTO. La biologia sintetica raggiungerà nel 2020 un traguardo importante: la ricostruzione del DNA di uno dei lieviti più usati nell’alimentazione umana, il Saccharomyces cerevisiae (quello della birra e del pane). L’obiettivo del Synthetic Yeast Genome Project (Sc 2.0) è creare il primo essere vivente totalmente sintetico: finora simili tentativi erano stati compiuti soltanto su organismi più semplici, come il primo batterio interamente artificiale.

COME GUIDEREMO. Il settore energetico farà un balzo in avanti a luglio con le Olimpiadi di Tokyo 2020, durante le quali il gigante automobilistico Toyota dovrebbe presentare il primo prototipo di un’auto alimentata a batterie agli ioni di litio a stato solido: in questi accumulatori, l’elettrolita liquido è rimpiazzato da un materiale solido, che aumenta la quantità di energia conservabile, l’autonomia del veicolo e l’intervallo termico di funzionamento. È questo il futuro dell’auto elettrica, anche se è presto per pensare che una simile tecnologia possa diffondersi su larga scala.

contidavid

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *